Tour AFAR e crociera Gibuti 7 FRATELLI – Aprile 2017
Prima di imbarcarci per la crociera, ci attende un tour nel deserto che ci ha permesso di toranre a casa con un bagaglio di esperienze indimenticabili.
1° giorno. Si parte al mattino con due fuoristrada per lo spettacolare lago Abbé, confine naturale con l’Etiopia e preannunciato dall’avvistamento dei primi caratteristici camini calcarei che raggiungono altezze fino a 50 mt e tra cui alcuni ancora fumanti per via di residue attività geotermiche. Il lago Abbé ha una superficie complessiva di 450 kmq, di cui circa il 70% è ricoperta da acqua con una alta concentrazione salina e la restante parte ricoperta da un terreno misto sale che lo rende sterile alla vegetazione.
E’ possibile incontrare qualche nomade Afar mentre pascola lungo le sponde e avvistare qualche colonia di fenicotteri che ristora nelle sue acque salmastre. Molto probabili gli avvistamenti di gazzelle e con un po’ di fortuna di struzzi e facoceri. Ci si inoltrerà tra le stupefacenti formazioni saline che caratterizzano un lato del lago. Sistemazione nel semplice “campement” costituito da capanne in stile Afar, dotate di brandine e materassini, sulle sponde del lago.
2° giorno – Al mattino, dopo un’ulteriore visita al magico lago per ammirare i fenicotteri rosa (l’ora migliore è proprio al mattino quando si concentrano per alimentarsi dei piccoli crostacei che vivono nelle acque saline) si raggiunge la strada che porta all’oasi di Dikhil.
E’ una zona di pianura con rade macchie di verde, sufficiente però per il sostentamento dei cammelli. Di conseguenza è facile incontrare degli accampamenti di Afar, la popolazione originaria di questa area. Dopo un pranzo nel palmeto, prima di rientrare a Gibuti, ci dirigiamo al lago Assal, situato a 155 metri sotto il livello del mare. Ha un’ampiezza di circa 55 km quadrati e la sua salinità è così elevata che supera di ben 10 volte quella del mare, provocando una rapida evaporazione delle acque.
E’ alimentato dal mare stesso, data la vicinanza col Golfo di Tagiura e la sua profondità è di appena 20 metri. La particolarità è data dal fondale che risulta interamente ricoperto di sale, così come buona parte della superficie che crea paesaggi naturali assolutamemnte spettacolari.
Rientrati a Gibuti, ci imbarchiamo sul M/Y Lucy per una crociera durante la quale attraverseremo lo stretto di Bab el Mandeb per giungere dopo diverse ore di navigazione ai Sette Fratelli, una serie di isole totalmente disabitate.
La posizione strategica di questo arcipelago e lo scambio tra le acque del Mar Rosso e quelle dell’oceano Indiano, favoriscono un eco-sistema favorevole alla crescita del corallo con una discreta presenza di pesce corallino e caratterizzata anche da famiglie di cernie di fondale. Gli avvistamenti di pelagico sono stati al di sotto delle nostre aspettative, certamente a causa di una pesca indiscriminata come testimoniato dalle tante reti da pesca abbandonate sui fondali.
Eccezionali le immersioni sui relitti distribuiti in diverse aree geografiche, soprattutto quella sul relitto “White Lady” le cui coordinate erano conosciute solo al capitano della barca. Interamente avvolto da gorgonie bianche, il relitto si trova coricato su una fiancata con buona parte delle strutture molto compromesse. Tanto pesce di piccola taglia, ad eccezione di una cernia gigante che ci ha colto di sopresa quando è comparsa improvvisa per poi dileguarsi quasi all’istante.